Attilio Celeghini. Voci di scrittori

Attilio Celeghini, scrittore e giornalista professionista, vive in provincia di Torino. La scrittura è per lui una sorta di affascinante incognita, ma anche uno strumento di denuncia sulle superficialità del mondo. Con la Ferrari Editore ha pubblicato i romanzi TUTTO IL MONDO FUORI, SUL BORDO DEL GIORNO e CREPUSCOLI COSCIENTI

8 DOMANDE //L’INTERVISTA

Il tuo primo ricordo legato a un libro? Anche se sin da bambino ho dedicato ore alla lettura, grazie alla mia passione per i fumetti Disney, che spesso mettono in scena vere e proprie parodie dei capolavori della letteratura, il primissimo ricordo mi porta alle scuole elementari. Un giorno, la maestra accompagnò la mia classe in biblioteca e ci chiede di scegliere uno tra i libri esposti. Scelsi Il richiamo della foresta.

Come inizia un libro? Personalmente, sono convinto che all’origine ci sia lo stato d’animo dell’autore. A volte, per avere l’ispirazione, non serve troppa tranquillità. Se avverti sentimenti forti – passione, emozione, inquietudine, ma anche curiosità o attrazione verso qualcosa o qualcuno – hai in tasca un bel po’ di semi per iniziare a seminare.

C’è qualcosa di te nelle tue trame e nei tuoi personaggi? Penso sia inevitabile: scrivo solo di ambienti e storie che penso di conoscere o che imparo a conoscere documentandomi o informandomi. Non riuscirei mai a scrivere un romanzo ambientato nel Mississippi degli anni Cinquanta o tra gli antichi egizi. All’inizio mettevo nelle storie molto del mio vissuto e delle mie esperienze. Poi, ho imparato a essere più distaccato. Non voglio correre il rischio di essere autoreferenziale o che il lettore percepisca il testo come un lungo diario o sfogo personale. Devono prevalere la storia o i personaggi. Non è una seduta di psicoanalisi.

Fuori dai vincoli della realtà, fin dove possono spingersi l’immaginazione e la finzione letteraria? Non posso che fare mio uno degli aforismi più celebri attribuiti (anche se non si ha del tutto la certezza che l’abbia pronunciato lui) a Walt Disney, che non era uno scrittore nel senso più stretto del termine, ma ha comunque realizzato molti film d’animazione ispirati a libri: «Se puoi immaginarlo, puoi farlo».

Un libro che ti piace molto e che avresti voluto scrivere? Stagioni diverse, una raccolta di racconti di Stephen King. E soprattutto i primi tre racconti, da cui hanno tratto altrettanti, splendidi film: Le ali della libertà, L’allievo e Stand By Me.

Che cosa rappresenta per te la scrittura letteraria? Passione, bi-sogno di fuga, esigenza pedagogica, indagine interiore, lavoro parallelo? Una passione, innanzitutto: senza lo scrivere si riduce a un esercizio arido, meccanico. Più che fuga, la intendo come una lunga avventura, speciale perché sei tu, autore, a costruirla, passo dopo passo. Con una libertà incredibile: dipingere volti e sfondi, creare dal nulla personaggi, decidere il loro destino, accompagnandoli nel loro percorso.

I libri possono aiutarci davvero a vivere meglio? Tutto quello che aiuta, per qualche ora, giorno, o per un lungo periodo, a staccarti dalla realtà, immergendoti in un mondo parallelo al tuo, può aiutare a vivere meglio.

Tre soli aggettivi per definire il tuo ultimo romanzo, Crepuscoli coscienti. Sofferto, appassionato e, nonostante l’apparenza, speranzoso.