Paolo Antonio Magrì è uno scrittore che ama chiedersi dove inizia e dove finisce la materialità di un pixel. Con la Ferrari Editore ha pubblicato CAOS ORDINATO, una serie di short stories fulminanti, illustrate dall’artista Zoen.
6 DOMANDE /// L’INTERVISTA
Il tuo primo ricordo legato a un libro? Estate 1979. La Sicilia è coccolata dal suo sole, unico al mondo, che graffia il respiro e incolla sulla pelle le fragranze che fuggono dall’aria rovente. Un ragazzetto, ancora inconsapevole di dover cedere ai lustri parte della sua folta chioma e con la pelle non ancora accartocciata dal tempo, è sdraiato sul letto con un libro tra le dita. È stato appena rapito dalle prime pagine del romanzo I ragazzi della via Pál di Ferenc Molnár. Continuerà, senza sosta, fino all’ultimo rigo, tutto-d’un-fiato, sino a notte inoltrata a vivere con la fantasia le avventure di Nemecsek, Boka e compagni tra le strade di Budapest. Avevo sette anni.
Da dove trai ispirazione per le tue storie? L’ispirazione può esplodere dagli input più disparati: un incontro, un’immagine, un suono, un ricordo, un logo su uno scontrino, una conversazione, la frase di un libro, una scena di vita quotidiana, una pubblicità, un sogno, una riflessione. Quando un’esperienza di vita o il contributo di uno dei cinque sensi non mi oltrepassa lasciandomi indifferente, ma rimane impigliato in una delle pieghe dell’anima… ecco! È l’embrione di uno spunto fertile. A volte, invece, l’idea creativa si forma silenziosa nel sottopensiero, come il risultato della somma nel tempo di più germogli emotivi, come granelli di polvere che, invisibili, si poggiano sul davanzale di un balcone e aspettano pazienti di acquisire visibilità dopo che, soltanto dopo essersi sovrapposti uno sull’altro, avranno formato una sottile patina. Con uno sguardo sul mondo, per liberarmi della polvere che ha tentato di opacizzare il davanzale dell’anima, comincio a scrivere.
Sei uno scrittore che ama andare oltre i consueti orizzonti, inseguendo una forma narrativa sperimentale. Com’è nata la collaborazione con Zoen? È nata dalla realizzazione di un mio lavoro precedente per il quale avevo bandito un concorso riservato agli illustratori. Zoen l’ha spuntata su tutti perché, oltre ad avermi conquistato con il suo tratto, come me non è mai contento del risultato ottenuto, è ossessionato dai particolari, è instancabile e non si risparmia.
Che cosa rappresenta per te la scrittura letteraria? Passione, bi-sogno di fuga, esigenza pedagogica, indagine interiore, lavoro parallelo? La mia risposta è contenuta quasi tutta nella domanda. Aggiungerei che la scrittura è per me anche divertimento, esperimento, sfida, occasione di incontro, cibo, aria. Come il protagonista di “Sarà estate” (il primo racconto della raccolta Caos ordinato) «a me piace giocare con il suono delle parole e con le emozioni che trasportano ».
Perché leggere fa bene? Perché è una bomba energetica per il cervello. Leggere può cambiare la vita, permette di evadere in mondi paralleli, aiuta a comprendere e vivere meglio le emozioni.
Tre aggettivi per definire il tuo romanzo. Sensoriale, aperto, imprevedibile.