Febbraio 2019 > Sta per uscire a fine mese, per Ferrari Editore, DIO E IL CINEMA. UNA VITA MALEDETTA TRA CIELO E TERRA, un libro nato dal sodalizio umano e creativo tra Antonio G. D’Errico (scrittore, poeta, vincitore, per ben due volte, del Premio Pavese, candidato al Nobel per la letteratura) e Donato Placido (poeta, drammaturgo, interprete di film di successo, fratello del noto attore Michele). La loro amicizia, che li ha visti firmare insieme molti progetti editoriali, ha dato vita a un sorprendente autoritratto di Donato Placido che, per la prima volta, racconta la sua parabola esistenziale.
In una recente intervista, in cui i due autori anticipano l’uscita del volume, è stato chiesto a entrambi di rispondere a due domande strutturate specularmente.
Antonio G. D’Errico, che cosa significa raccontare? “La mia scrittura è metafora e rappresentazione dell’esistenza come riflesso del mondo circostante”.
Donato Placido, che cosa significa raccontarsi? “Raccontarmi rappresenta l’eterna apertura verso verità intime che raggiungono il cuore e la mente di tutti”.
Ed è questo il traguardo emozionale verso cui ci proiettano, attraverso un libro intimistico e profondo come un memoir, lucido come un saggio di denuncia e decisamente sincero come un romanzo. Il volume è accompagnato dai testi introduttivi di Michela Zanarella e Antonio Pascotto. In copertina Donato Placido (dx) sul set di Io, Caligola, di Tinto Brass, con Malcolm McDowell.